LAVORARE IN AGRICOLTURA

I CONSIGLI DEL JOB TRAINER/17 
LAVORARE IN AGRICOLTURA 
cura di Giuliana Battaglia 
Il settore agricolo si prefigura come un settore ampio e diversificato, tanto che è difficile classificare le attività ad esso connesse e i rispettivi profili professionali. Secondo l’analisi dell’Istituto Nazionale Economia Agraria elaborata sulla base del Censimento Istat 2010, tali attività si possono ricondurre a due grandi categorie: quelle che rappresentano l’attività agricola vera e propria, come la prima lavorazione della terra, la coltivazione, la pastorizia e la trasformazione dei prodotti in azienda, e quelle che invece allargano le funzioni ad attività esterne all’agricoltura in senso stretto ma ad essa collegate, come l’agriturismo e le attività didattiche. Tali categorie fanno capo, in sintesi, a due profili professionali: il coltivatore diretto e l’imprenditore agricolo. In passato il lavoro in campagna era considerato sinonimo di arretratezza e ritardo culturale rispetto alla vita in città, oggi, invece, si ravvisa un’inversione di tendenza, complice positiva la crisi, con la riscoperta del valore della “terra” e un rinnovato interesse verso il mondo dell’agricoltura. Coldiretti (dati 2017) rileva che, in un anno, sono stati circa 30.000 i giovani che hanno presentato domanda per l’insediamento in agricoltura, il 61% dei quali nel Mezzogiorno. E in testa c’è proprio la Sicilia con 4.700 domande. Sempre secondo la Coldiretti, il motore dell’agricoltura oggi sono le nuove generazioni e l’Italia, grazie proprio a 55.121 imprese agricole condotte da under 35 è ai vertici dell’UE: i giovani, infatti, stanno innovando il lavoro nei campi, usano il web e la tecnologia, uno su 4 è laureato e conosce una o più lingue straniere, mentre 8 su 10 sono abituati a viaggiare e andare all’estero, dove trovano ulteriore mercato. Un’altra dimostrazione dell’inversione di tendenza è data dall’aumento del 29% delle immatricolazioni negli istituti professionali agricoli e del 13% negli istituti tecnici di agraria, agroalimentare ed agroindustria. Anche le politiche comunitarie sembrano muoversi in questa direzione. La politica di sviluppo rurale dell'UE è finanziata dal Fondo Europeo agricolo per lo sviluppo rurale (FEARS), con una dotazione di cento miliardi di euro per il periodo 2014-2020. Gli Stati membri e le regioni elaborano i rispettivi programmi di sviluppo rurale in funzione dei bisogni dei loro territori e tenendo conto di almeno quattro delle seguenti sei priorità comuni dell'UE: 
 promuovere il trasferimento di conoscenze e l'innovazione nel settore agricolo e forestale;  potenziare la redditività e la competitività di tutti i tipi di agricoltura e promuovere tecnologie innovative per le aziende agricole e una gestione sostenibile delle foreste; 
 favorire la filiera alimentare, il benessere degli animali e la gestione dei rischi nel settore agricolo; 
 preservare, ripristinare e valorizzare gli ecosistemi relativi all'agricoltura e alle foreste; 
 incoraggiare l'uso efficiente delle risorse e il passaggio a un'economia a basse emissioni di CO2; 
 promuovere l'inclusione sociale, la riduzione della povertà e lo sviluppo economico nelle zone rurali. 
Il PSR (Programma di Sviluppo Rurale) è lo strumento di programmazione comunitaria che permette alle singole Regioni italiane di finanziare gli interventi del settore agricolo-forestale per accrescerne lo sviluppo e la competitività. L’attuale programma settennale copre l’intervallo di tempo che va dal 2014 al 2020 e rappresenta la più importante fonte di contributi e di sostegno per gli imprenditori agricoli e forestali. In particolare, alla Regione Sicilia sono stati assegnati 2,2 miliardi di euro del FEARS. Le azioni previste sono strutturate per misure e sottomisure, ognuna delle quali interagisce con alcune tematiche ambientali, quali suolo, acqua, energia, paesaggio e ambiente naturale.  Beneficiari dei finanziamenti sono: 
 gli agricoltori (imprenditori agricoli) ed i coadiuvanti familiari, che diversificano la loro attività attraverso l’avvio di attività extra-agricola; 
 le persone fisiche; 
 le microimprese e le piccole imprese. 
Attraverso le sovvenzioni previste, possono essere sostenute attività di B&B, agriturismo, fattoria didattica e sociale, agrinido e agriasilo, valorizzazione di prodotti artigianali e industriali, tutela ambientale e culturale, benessere, energia dell’ambiente e della salute, interventi per la creazione e lo sviluppo di attività commerciali, servizi turistici, ricreativi e di intrattenimento, servizi per l’integrazione sociale in genere, di manutenzione ambientale e per la fruizione di aree naturali, quali Natura 2000, Parchi o Riserve. Concludiamo, informando i nostri utenti residenti in Sicilia che, grazie alla disponibilità dell’amico agronomo, dott. Lorenzo Cunsolo, il Centro Orizzonte Lavoro ha da poco attivato un nuovo servizio, diretto proprio a sostenere e facilitare il lavoro in agricoltura, l’insediamento dei giovani e la fruizione degli incentivi esistenti a livello regionale con il PSR Sicilia (scrivere a info@centroorizzontela.it). 

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